mercoledì 28 settembre 2016

Percorso 2


la prima parte sta qui: francescasalvador.it

In avanti

Il percorso è la presa in carico di se stessi. È un dolce carico.

Quando è nato il libro “Vittoria, incontrare l’anima gemella attraverso gli archetipi”, non immaginavo cosa sarebbe accaduto quasi un anno dopo. Vittoria è l’ilarità, la leggerezza, anche la determinazione. Certa lei della sua strada nei movimenti della forza, certa di arrivare dove vuole.

Vittoria ha detto la sua, nel suo libro ha raccontato di sé, di come si muove nel mondo. Simpatica. Vera, autentica ed autorevole. Lavora dentro di me, che sono Francesca. Io sono la sua voce, e le dita che vanno sui tasti del pc. Lei mi trasmette serenità e sicurezza, pacatezza. Oltre a farmi vivere spazi-tempi da sogno – pregnanti, arrapanti. Insomma è una Vittoria che mi porta alle stelle, sulla Terra.

Per me Francesca, con Vittoria come alleata e complice la vita è un gioco. Momenti difficili? Chiamiamoli momenti impegnativi, sfide, quasi perforazioni del quotidiano che mi portano a comprendere sostanze e livelli prima chiusi e sconosciuti. Ora stanno diventando un patrimonio dentro me; mi sento, ancora una altra volta: piena sovrabbondante e sazia.



La Forza, per essere accettata, per potermi attraversare, a momenti mi obbliga ad aprire la bocca e respirare profondamente. Io l’apprezzo e la ringrazio.
Forza che, Francesca, vede assomigliare sempre più all'arrendevolezza, all’amore incondizionato, all’amore che si tocca, si vede, c’è, si vive e si sa.

Ma perché lo chiamo “amore”?
Mi si crea davanti improvviso, ad occhi spalancati. Si muove sinuoso, sembra una scheggia. Atteso, cercato, eppure inatteso. Molto vero e che si fa sentire, tanto che lo percepisco, lo sento tra le mani, posso agirlo. Mi sembra che lo produco io, anche se non mi sento molto brava a farlo, ma esce da me. Anche in questo scegliamo, posso fare la scelta perfetta di produrre amore, o altro.
Mi viene incontro, ha fatto la scelta perfetta.

C’è un doppio movimento, o forse sono tanti? Un movimento è in me, e io creo parole che si fanno materia, carne, occhi e mani. Voce. Corpo. Armoniche, amorevoli. Un altro movimento è amore che vedo fuori di me, di altri, goduto, soddisfatto. Io spettatrice,  co-creatrice?
Mi fa pensare ad un (ancora, un altro) modo di essere della forza, dell’energia. Non c’è più solo un flusso, c’è un punteggiarsi, un quantizzarsi di micro-nano pacchetti di pulsazioni energetiche. Qualcosa di sospeso, impercettibile, a-locale. Dato che è a-locale, mi sorprende il fatto che improvvisamente ricada nel mio qui e ora sano e perfetto. Godereccio. Incantato e perfetto. Ecco, sto snocciolando archetipi.

Sì, ora gli archetipi primari, stanno diventando sentimenti ed emozioni. Flussi certi, abbondanti che hanno una sorgente e una meta. Io e la mia anima gemella. Si può notare che le parole che più ricorrono corrispondono a sensazioni, emozioni e sentimenti, e sono parole positive. Sì, lo sto vedendo e sperimentando: gli archetipi primari lavorano su percezioni, emozioni e sentimenti, e li guariscono.

Mi sento guarita per alcuni aspetti di me, so che il percorso continua per cui guarirò molto di più. È il riallineamento alla Terra, alla natura. Ciò che ho scritto nei post precedenti e in Vittoria. Veramente lo dicevo già in Sette settimane e in Serendipity, ora mi sento che non si torna indietro, che certi passaggi verso la serenità sono accaduti. La fiducia sul fatto che Terra mi sostiene, mi mantiene e nutre, pensa a me e alle mie necessità è certezza. In più noto con gioia che certi sentimenti di paura, rabbia, invidia, sospetto sono un lontano ricordo. Incontro le stesse persone verso le quali prima nutrivo pura gelosia, controllo, e sono capace di essere libera e lasciare liberi. Uh, che conquista questa! Sto bene lo stesso. E so che siccome siamo a specchio, così mi arrivano davanti gli altri. C’è chi ritorna, cambiato, perché io sono cambiata. In fondo sono io che creo chi ho attorno, lo creo alla mia immagine e somiglianza.

C’è da dire una cosa: la Genesi va letta così com’è e, viene il giorno che finalmente ne siamo dentro, in pieno. Genesi è un mito, un racconto di creazione, dove chi si racconta sono io. Io sono il creatore, non la creatura, ma il creatore. E mi muovo in quel modo, dico in quel modo, agisco in quel modo “facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”.

Non guardiamo alla parti separate del racconto, tanto meno alle parti giudicanti e di condanna. Noi e solo noi ci siamo messi nell’Eden e cacciati dall’Eden. Oh, potrei prendere qualsiasi altro mito di creazione e spiegare le stesse cose, le stesse dinamiche. È sempre stato tutto qui. Ma, se noi la smettiamo di vedere separazioni, dei, Dio, potenze, condanne, ecco non ci sono. Sta a noi. È ancora la scelta perfetta.

Personalmente so di essere il Dio della mia creazione. Sta a me assumermi la polarità, sapere che il momento della distinzione del Dio da me, è un attimo, anzi è un movimento sempre presente ma anche sempre riassorbito, superato dal movimento “unisco”, “accetto” “comprendo” “mi prendo cura di me, di me, che sono il creatore di me stessa”. Ecco le emozioni e i sentimenti che stanno all’origine, alla sorgente di me stessa guariti. Sto in Eden, ci sono sempre stata.
Io comprendo che significa creare e prendersi cura della creazione. Adesso capisco Jahvè e gli Elohim

Ecco lo strumento di creazione è in me, uno con me. Quando ci sono dentro, mi rendo conto che qualunque parte del mito l’ho messa in scena io. Che tutte quelle parole, pronunciate da ogni personaggio le ho pensate, espresse, dettate io. Che gli atteggiamenti di Jahvè sono i miei. Così come quelli di Isshah, di Adam, di Satàn. Quel giardino sono io, così le piante, gli animali, il cosmo. Tutto sta in me, tutto è movimento in me. Nato da me.
Chi, che cosa sono io, a questo punto?

Bella domanda.


Tutta un’altra storia. So che vado controcorrente
Ma se solo si percepisce la pregnanza dell’essere i creatori della propria realtà, ci troviamo tra le mani ben altra identità, consapevolezza e coerenza.
Questo fanno gli archè.
Io l’ho percepito attraverso il mito della creazione della Genesi, forse perché questa è l’origine del mio paradigma, almeno di questa vita. So che è una chiave. Ciascuno può risalire alla sorgente attraverso la sua cultura. Ogni civiltà ha questo mito di creazione.
 


martedì 27 settembre 2016

Psiche e Amore


Sono consapevole che c’è un livello di pensiero che, appena lo pronuncio, accade. Ci mette pochi giorni questo livello dei progetti a cadere nel qui e ora. L’ho scritto anche nelle ultime battute di Vittoria, che mi rendo conto di questo, vi avrei posto l’attenzione e avrei scritto il libro seguente a Vicky.

Stamattina mi interrogavo su perché alcune situazioni, così desiderate, non mi accadono e altre invece subito, eccole qui. Intendo situazioni ambedue funzionali, che mi interessano. Certo, quello che desidero di più tarda a arrivare. Non mi boicotto più il mio stare e volere con tutte le pippe del Pensiero positivo, legge dell’attrazione, new age, ecc in cui si sostiene che: ciò che più desideri, poiché metti l’aspettativa e pensi in continuazione, più lo allontani, come se noi stessi creassimo la resistenza. Tutte balle.

Poco dopo mi è arrivata però la risposta, o una delle risposte. Io ho scritto sulla parte oscura, spesso la sostengo nei miei scritti, perché ne colgo il valore e la pregnanza, so che ruolo ha la parte oscura nel creare le situazioni. Nel creare le creazioni. Dalla parte oscura viene l’energia. La parte oscura è l’anti della situazione, se non ci fosse la parte oscura non ci sarebbe la creazione. Il nostro insistere a voler vivere a conoscere solo la parte in luce ci ha condotto a questo assideramento del cervello e dello strumento di creazione, nonché alla nostra povertà di realtà varie, nuove, opposte, oblique, diverse, alternative, strane ma ugualmente altamente vivibili e divertenti. Stiamo in un mondo ristretto perché insistiamo a volere la cose belle buone e brave.

Quante volte ho affermato ciò.

Però, io, di me, debbo dire che, a forza di esaltare la parte oscura, sempre questa mi viene davanti, e mi faccio male, o mi sottraggo le cose belle brave e buone mentre continuo a mettermi davanti situazioni estreme, e… scalcagnate.
Oh, io mi diverto lo stesso, e molto. Anche perché queste parti sono quelle che hanno maggior spessore e profondità, vanno a toccare tasti dentro di me interessanti, accattivati, arrapanti. Ma anche dolenti.

Psiche e Amore si chiama questo pezzo. 





Vediamo di farle conciliare, come due anime gemelle che in me danzano

Un DNA strutturale, cosmico, altamente alleato con me. Psiche è umana. Amore è umano e dell’anima. Le due parti sono connesse e sono ambedue luce. Per un po’, godiamo dei frutti della luce. Me lo permetto.

Accetto thet 9° arché il femminile


domenica 25 gennaio 2015

sabato 10 gennaio 2015

vediamo di darci 'na mossa

 
 



Eh, sì.
Ne è passato di tempo. Ma quante cose!

Fatica. Vita. Libertà. Rotture di scatole (il lavoro).
Pace. Città. Norvegia. Fiordi. Sala dei Nobel. Foto. Tornarci. Sicuro! A Stoccolma.
Fantasia. Città. Mare e lago. Eccc .. ecc.. non raccontabile. Solo da vivere.
Novità. Novità. Libri. Editori. Ridere e ancora ridere. Di me e degli altri!
Ma non fatemi ridere!

Saggiamente ridere. E mandarli afffà...

Poi il deserto. Poi il fiore del deserto. La pioggia. Il verde dell erba nuova.
Esistere. Alla grande.

Ecco. Direi che il viaggio continua. Ma... è mai iniziato? O è tutto e sempre ... Il Viaggio?

Chebbbello!

questo blog forse riapre la stazione

ma anche l altro !

emeraude4

baci Francesca . Sempre

venerdì 8 agosto 2014

 
 
 
 
 
 
 
Ma che accade,
 
viaggio
 
e viaggio
 
e poi, quando sembra che sto per tornare,
 
ancora viaggio.
 
Poche cose e libertà.
 
Non so come mai, ma va così
 
da Dio.